Siete un bel gruppo e avete voglia di una gita alternativa? Salite a bordo del Rigoletto e partite alla scoperta del nostro Itinerario N. 1: Boffalora – Castelletto di Cuggiono – Boffalora.
La navigazione parte dall’imbarcadero di Boffalora Sopra Ticino e per proseguire verso Bernate Ticino, borgo un tempo feudale dove si può ammirare la splendida Canonica Agostiniana.
A metà strada si attraversa la località di Rubone, caratterizzata dal tipico “sapore magico”.
Si raggiunge infine Castelletto di Cuggiono, pittoresca frazione del Comune di Cuggiono caratterizzata dal ponte in pietra più antico del Naviglio Grande.
Curiosità
La località di Bernate Ticino, un tempo feudo della famiglia Crivelli, vede ergere sulle sponde del Naviglio la Canonica Agostiniana, fatta costruire nel 1186 da un membro della casata divenuto Papa con il nome di Urbano III.
La chiesa è di stampo secentesco, con il campanile tardo-gotico, ornato con bifore e piccoli archi. Il maestoso protiro, il piccolo portico a cuspide di colore chiaro, contrasta con il resto della facciata per il colore rosso dei mattoni. All’interno troviamo la cripta-battistero colonnata di epoca duecentesca, dove venivano custoditi i corpi e le reliquie dei martiri; nel presbiterio un bassorilievo gotico del XV secolo a forma di lunetta, opera dei Maestri Campionasi, raffigurante la Madonna, l’Offerente, San Giorgio e San Giacomo.
Rubone invece è resa unica dalla presenza dalla sua torre d’avvistamento quattrocentesca, struttura di controllo dei corsi d’acqua, accanto alla quale sorsero abitazioni e la chiesa Santa Maria della Pace, eretta nel XVI Secolo da Tommaso Crivelli. Questi elementi testimoniano la presenza di una comunità autonoma.
Castelletto di Cuggiono, infine, è caratterizzato dal ponte in pietra più antico del Naviglio Grande e dalla scenografica Villa Clerici, dimora dell’omonima famiglia, un tempo utilizzata come imbarcadero per i nobili. La villa è circondata da un giardino settecentesco con delle terrazze digradanti verso il Naviglio ed una scalinata monumentale che porta alla zona dell’imbarcadero. Nel XVIII secolo il complesso risultava di particolare valore architettonico, con giardini e viali curati ed adornati da statue. Nel XIX secolo i proprietari trasformarono l’immobile in una filanda/tessitura, modificandone l’interno e abbandonando il giardino. Oggi la crescita selvaggia dei vegetali ha danneggiato parzialmente l’architettura originaria del giardino, pur conservando un notevole esempio di architettura seicentesca che evoca lo splendore e la magnificenza di quei tempi.
La località si è inoltre prestata per la scenografia di diversi film tra i quali “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi.
La navigazione termina vicino al lavatoio coperto nei pressi di Villa Clerici, il quale veniva utilizzato dalle lavandaie per la pulizia degli indumenti della nobiltà.
L’eleganza e la moda si associavano all’igiene personale: si lavavano perciò più gli indumenti che le persone e questa usanza era poco frequente tra chi di indumenti non ne aveva abbastanza.